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  • Cosa sono gli 'hashtag'?

    Presentiamo l'hashtag di Wolffia #wolffia_net Questo articolo nasce dalla curiosità mostrataci da molti nostri lettori durante il lancio ufficale sui social del nostro hushtag; infatti oggi tutti usiamo gli hashtag nei nostri contenuti social, ma forse pochi ne conoscono il vero significato e la vera utilità. Partiamo quindi dalle basi. La parola hashtag è una parola composta formata da due parti: la parola hash che in inglese significa 'cancelletto' (#) e la parola tag che in inglese significa letteralmente 'etichetta'. L'hashtag è quindi un aggregatore tematico che permette di reaggruppare un insieme di argomenti riguardanti lo stesso argomento e che permette agli utenti di trovare più velocemente i contenuti riguardanti lo specifico contenuto ricercato. Per cui, se stiamo navigando su un social network e volessimo ricercare rapidamenti i contenuti riguardanti l'#economiacircolare e nello specifico i contenuti riguardanti Wolffia, possiamo fare una ricerca usando l'hashtag #wolffia_net e trovarli tutti in maniera semplice e rapida. Si può inoltre sfruttare questo hashtag a propria volta in altri post, in modo da aumentarne la visibilità e fare in modo che utenti interessati a wolffia_net o all'economia circolare, ritrovino anche il proprio post nei risultati della ricerca. Ma quindi: Posso usare il mio hashtag quando voglio? Oppure ne possono creare uno mio semplicemente usandolo? Certamente si! Ma facciamo attenzione! avere un testo pieno di hashtag, tanto da risultare difficilmente leggibile, può risultare controproducente per gli utenti della rete. Inoltre spesso leggiamo post con tantissimi # spesso usati anche per parole che non sono attinenti al topic del post. Questa tattica potrebbe risultare controproducente, poichè il proprio post risulterebbe nei risultati di ricerca non attinenti all'argomento richiesto, e quindi può essere ignorato. Quindi usiamo questo potentissimo strumento... ma con moderazione ed intelligenza! E ricordate di usare #wolffia_net nei vostri post che riguardano l'economia circolare, i materiali compositi, il riuso o le startup innovative. In tal modo sosterrete il nostro progetto più di quanto possiate immaginare!

  • "...una volta c'era il culto del riuso, non si buttava via niente..."

    Parafrasando il professor Bellavista (https://youtu.be/wTgIpUDxIOw) celebriamo la Giornata Mondiale della Terra 2021 #WorldEarthDay2021 con il nostro personale messaggio, divulgato attraverso la reinterpretazione curata dalla Wolffia Production. Regia: Ilaria Improta Sceneggiatura: Francesco Napolitano Fotografia: Barbara Palmieri Buona visione 📽️🎬 #ciacksigira P.s.: Data l'importanza di questa data, abbiamo deciso di metterci in gioco per celebrare questa importante ricorrenza. Noi di #Wolffia_net speriamo di avervi fatto ridere e riflettere su quanto sia importante la pratica del #riuso . Ogni volta che generiamo un rifiuto chiediamoci: 'Sul serio non posso impiegare questo oggetto in nessun altro modo?' Questa è la strada che dobbiamo percorrere per un #futuromigliore .

  • Mi chiamo Ilaria Improta e sono…?

    Ho sempre avuto una grande difficoltà a spiegare quale sia il mio lavoro. Sarà dovuto alla mia difficoltà nel mettere delle etichette, o dalla varietà di cose che comprende ciò che faccio, o il fatto che ciò che faccio è strettamente correlato a ciò che sono. Ma partiamo dalle risposte semplici. Mi chiamo Ilaria Improta, ho 34 anni e sono laureata in Ingegneria dei Materiali presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho scelto questo percorso di studi perché ai tempi delle scuole superiori tra me e la chimica è stato subito amore ed ho sempre pensato che lavorare all’interno di un laboratorio, sperimentare, essere parte attiva di una scoperta scientifica sia una cosa bellissima. Proseguendo con gli studi, mi sono resa conto che una delle cose che più mi piaceva fare nella vita era studiare. L’idea di essere sempre aggiornati nel proprio settore di interesse, il saper rispondere alle domande che mi venivano poste e il poter risolvere gli interrogativi che ci ponevano i comportamenti dei materiali che ci circondano è sempre stata una delle motivazioni della mia vita. Forse è proprio per questa voglia di scoprire sempre cose nuove e di essere un tassello della scienza che ho deciso di intraprendere il percorso di dottorato (ormai giunto quasi al termine); infatti sono quasi dottorata in ‘Ingegneria dei prodotti e processi industriali’. Il dottorato è un percorso tortuoso, che spesso ci mette di fronte ai nostri limiti, ma ci fa anche capire quanto siamo disposti ad impegnarci per ciò che amiamo e ci dà la possibilità di indagare profondamente su noi stessi. Dal mio percorso ho capito quanto io sia una persona estremamente indipendente e quanto non mi piaccia essere alla base della piramide lavorativa. Ho capito anche che non sono neanche una persona particolarmente ambiziosa, disposta a tutto pur di salire nella scala delle gerarchie. Sono invece una persona alla quale piace dire la sua, con tante idee, tanta creatività e tanta voglia di confrontarsi e di condividere con gli altri il proprio pensiero. Forse è per tutti questi motivi che l’idea di creare una startup che possa definire ‘mia’ mi è parsa una delle cose più stimolanti che mi sia capitata in ambito lavorativo (oltre che una delle più impegnative). Forse Wolffia è nata proprio per questo, per la voglia che avevo (anzi che avevamo) di creare qualcosa di proprio, qualcosa in cui sentirsi liberi di scegliere, liberi di confrontarsi, un qualcosa che potesse diventare ciò che volevamo. Ovviamente non posso evitare di citare i miei compagni di viaggio, perché se il proprio percorso professionale è importante, le persone che ti accompagnano, che ti proteggono, che ti ascoltano e quando serve ti vanno anche contro è la parte più importante della propria crescita personale. Per me questo è il riassunto di ciò che significa essere imprenditore. Per me essere imprenditore significa avere la possibilità di essere ciò che si vuole, senza etichette, ma solo con milioni di possibilità che si aprono davanti la propria strada.

  • 15 Aprile: Gioranta internazionale dell'arte

    Oggi, 15 aprile, per la #giornatainternazionaledellarte ci piacerebbe parlare del rifiuto trasformato in qualcosa di di diverso, di unico e di bellissimo. Sono sempre di più i laboratori, gli studi di design e di architettura che guardano con occhi diversi ciò che fino ad oggi è sempre stato considerato qualcosa di cui disfarsi. La possibilità di recupare un oggetto ormai dimenticato ed inutilizzabile offre agli artisti la possibilità di guardare al mondo in un modo del tutto nuovo. Vogliamo quindi consigliarvi la lettura di quasto articolo pubblicato su economiacircolare.com nel quale si parla del concetto di riuso nel campo dell'arte, in pieno tema di #economiacircolare . https://economiacircolare.com/mook-riciclati-ad-arte/ In questo articolo si parla di Mook, un laboratorio artistico nato nel 1999 da un’idea di Carlo Nannetti e Francesca Crisafulli, che ancora studenti allo IED pensarono di trasformare un’illustrazione in un oggetto creato con materiali di scarto.

  • Conosciamoci meglio: Sono Barbara Palmieri

    Sono Barbara Palmieri ed è la prima volta che stai leggendo di me, quindi mi sembra giusto presentarmi, ad oggi sono il responsabile dell’ufficio finanziario di Wolffia. Classe’90, dopo la laurea Magistrale in ingegneria Meccanica, ho conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria dei Prodotti e dei Processi industriali presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”. Durante questi anni la passione per la ricerca e l’innovazione è cresciuta sempre più, e meno di un anno fa, con due mie colleghi, amici e compagni di avventura, abbiamo fatto un salto nel vuoto e abbiamo fondato la nostra startup. Scelta audace, non avendo nessuno di noi esperienza nel campo imprenditoriale, ma tutti e tre siamo spinti da una estrema voglia di metterci in gioco, e creare qualcosa che possa davvero contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo e che lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi. Per tutti e tre, grazie ai nostri studi e background lavorativi, sarebbe stato molto più facile lasciare la nostra città, o addirittura il paese, per trovare soluzioni lavorative finanziariamente più appaganti. Invece, abbiamo optato per la strada più difficile da percorrere, decidendo di investire le nostre risorse su ideali che ci rappresentassero meglio, quali l’economia circolare e la sostenibilità ambientale, argomenti critici soprattutto nel nostro territorio. La sfida più grande che ad oggi ci troviamo ad affrontare è sicuramente quella di essere credibili agli occhi dei nostri clienti, vista la nostra giovane età e la poca esperienza; ma solamente la costruzione di un rapporto di fiducia con i nostri clienti ci sta aiutando a risolvere tale situazione, dimostrando con i fatti le nostre capacità e conoscenze. L’insegnamento principe che, secondo me, stiamo traendo da questa sfida è la tenacia. Di fatti, è fondamentale mirare ad un obiettivo e raggiungerlo; ogni giorno affrontiamo nuovi ostacoli e l’unico modo per superarli è trasformarli in opportunità, cercando continuamente nuove soluzioni senza rinunciare ai valori cardini del nostro progetto. Grazie a Wolffia, sto pian piano uscendo dalla mia zona di comfort. Quando si inizia un progetto del genere, si parte con poco o nulla, all’interno del team tutti devono essere disposti a fare cose che vanno talvolta al di là delle proprie specifiche competenze, ma bisogna reinventarsi ogni giorno per poter andare avanti. Da questo si capisce quanto sia importante il team e le persone con cui si intraprende questa strada, da questo punto di vista mi ritengo molto fortunata. Altra cosa fondamentale, ma non meno importante, è la rete di persone che ci si crea attorno, e su cui si può contare per consigli pratici e non solo: sulla nostra strada abbiamo incontrato tante persone che ci hanno sostenuto e che continuano a farlo, e a cui saremo sempre grati.

  • SODALITAS CALL FOR FUTURE

    WOLFFIA è orgogliosamente parte di Sodalitas Call for Future, l’iniziativa di Fondazione Sodalitas che coinvolge le imprese impegnate a realizzare un futuro sostenibile secondo l’Agenda 2030 dell’ONU, e i giovani, cittadini del mondo di domani. Sodalitas Call for Future raccoglie 150 azioni concrete d’impresa che rispondono a quattro grandi sfide: Call for Planet, Call for People, Call for Work e Call for Better. WOLFFIA partecipa a Sodalitas Call for Future con il progetto “WOLFFIA: CIRCULAR ECONOMY NETWORK” che si pone l’obiettivo di aiutare le aziende produttrici di materiali compositi a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Allo stesso modo Wolffia si pone come divulgatrice di Good Practice e si impegna a comunicare il suo messaggio alle persone e alla comunità scientifica. Sodalitas Call for Future promuove un dialogo tra imprese e giovani fondato sul linguaggio comune della sostenibilità. Il concorso Together for Future si rivolge infatti a 2 milioni di studenti delle 7.500 scuole secondarie di secondo grado italiane, per far scoprire loro i 150 progetti d’impresa parte dell’iniziativa, e invitarli ad esprimere le loro aspettative e proposte per un futuro sostenibile. Tutte le azioni d’impresa parte di Sodalitas Call for Future sono visibili sul sito sodalitascallforfuture.it, la piattaforma digitale dedicata a valorizzare queste iniziative perché possano essere di esempio e di ispirazione per molte altre realtà. Sodalitas Call for Future è un’iniziativa di Fondazione Sodalitas, in collaborazione con: Fondazione italiana Accenture - digital partner, Omnicom PR group - communication partner, La Fabbrica - youth partner, Contrasto - visual partner, RUS - scientific partner, Legambiente - green partner, Walden Lab - research partner. Media partner: Adnkronos - Prometeo, Corriere della Sera - Buone Notizie, IGPDecaux, QVC Italia. Con il patrocinio di: Commissione Europea, Ministero dell’Ambiente, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Regione Lombardia, Assolombarda, Ferpi, Pubblicità Progresso.

  • Conosciamoci meglio! Francesco Napolitano

    I buoni sentimenti dietro la startup: Il CTO di Wolffia si racconta Grazie a Wolffia ho oggi la possibilità di scrivere su un blog che tratta tematiche a me molte care, potrei parlare di economia circolare, di green manufacturing, di riuso creativo e non mancherà occasione di dire la mia su questi argomenti ma oggi è tempo di conoscere meglio uno dei “volti dietro l’idea” e di capire come tutto è cominciato. Sono Francesco Napolitano e nella compagine societaria rivesto il ruolo di responsabile dell’area tecnica, la suddivisione dei ruoli non mi impedisce però di condividere equamente le scelte di soluzioni tecniche e le responsabilità di decisioni più importanti con le mie compagne di avventura Ilaria e Barbara. Per una più profonda condivisione non posso non partire dalla fine del mio percorso di studi, in particolare vi porto a sei mesi prima della mia laurea magistrale. Era il 17 marzo 2015 ed ero appena atterrato a Ginevra, portavo ancora nel cuore i saluti commossi dei parenti che mi avevano accompagnato a Capodichino ma negli occhi avevo un mare di possibilità che mi si affacciavano dinanzi ed avevano la forma del posto che sarebbe stato la mia casa nell’immediato futuro. Mi aspettava la ricerca di una casa, l’inizio di una vita in totale indipendenza nella quale avrei poi coltivato il sogno di immaginarmi in una vita futura, la conoscenza con nuove persone e la scoperta di un mondo tutto nuovo e lontanissimo dal mio. Sei mesi sono bastati a stravolgere completamente la mia visione della vita. Tolto il velo ad una città dalle mille possibilità e dalla ricchezza smisurata ho scoperto dov’era realmente la sede della ricchezza. Tutto ha assunto una connotazione nuova, l’amicizia, il lavoro di squadra, il legame con la mia terra d’origine, la coltivazione del sapere in quanto tale ed il lavoro che deve essere considerato come il fine e non come il mezzo. Questa maturazione si è tradotta nel perseguire ancora con più forza l’idea di partecipare al concorso di dottorato. Neanche il tempo di stappare lo spumante ed il 2 novembre ero già al lavoro nella veste che più mi appassionava, quella di ricercatore! È stato quello il periodo in cui la mia strada ha incrociato prima quella di Barbara, anche se con lei avevo già frequentato qualche corso durante gli anni di studio, e poi quella di Ilaria. Per otto mesi abbiamo avuto modo di lavorare fianco a fianco, impegnati insieme in un progetto sulla foratura di stack in composito ed ibridi. Le tante ore trascorse in laboratorio sono valse a costruire e consolidare un bellissimo rapporto di collaborazione e di amicizia e ad oggi, anche se la situazione di precarietà dovuta dalla pandemia ci tiene lontani, è fonte di piacevoli momenti condivisi. Ci sono alcune domande che tornano spesso nella mia mente su tutta la storia che mi ha portato fino a far parte di questa bellissima idea diventata poi startup. L’idea di una startup era nella mia mente? Assolutamente no, mai pensato fosse possibile. Ogni volta che sentivo parlare di startup pensavo a megaprogetti innovativi, enormi investimenti di capitali e megascienziati al lavoro giorno e notte su idee che avrebbero rivoluzionato il mondo. L’idea di un’impresa era nelle mie corde? Sì, ma solo se si fosse trattato di un ristorante, cosa di cui ho più volte fantasticato con gli amici di una vita. Dal momento che la ricerca culinaria è una delle cose che più mi appassiona dopo il mio lavoro è naturale sognare di trasformarla in attività a tempo pieno, semmai nell’università andasse male. Scherzi a parte, mai avrei pensato di ritrovarmi come socio fondatore di una vera azienda e portare l’esperienza del dottorato al di fuori delle mura universitarie. A questo punto del percorso mi rendo conto che gli ingredienti di questa bellissima storia mi riportano alla mente altrettanti bei ricordi. L’aver saputo coltivare rapporti di lavoro valorizzandoli a diventare una bella amicizia; un fitto confronto ed un aperto dibattito su tantissime tematiche che poi ci hanno mostrato una comunanza di idee; la crescita professionale in un ambiente sempre votato alla stimolazione di nuove idee; l’animo sensibile alle problematiche quotidiane di un mondo all’interno del quale ognuno deve fare la sua parte. Sembrava qualcosa di impossibile ed invece ecco che ho scoperto come nasce una startup, un’ideale di vita, un semplice gesto, una realtà. Perché anche un solo gesto può valere come megaprogetto in grado di rivoluzionare il mondo.

  • Lo smaltimento dei materiali compositi

    La missione di Wolffia è diminuire l’impatto ambientale dei rifiuti delle lavorazioni di materiali compositi. Si consideri, che questi tipi di materiali, caratterizzati principalmente da resine termoindurenti, sono smaltiti all’interno delle discariche, con metodi di riempimento del terreno. Tale metodo comporta non solo il riempimento di spazi, ma anche una pericolosità per la salute e l’ambiente, in quanto tali rifiuti rilasciano composti volatili organici (VOC), pericolosi inquinanti (HAP) e composti odorosi che possono liberarsi sia in atmosfera, sia nelle acque sotterranee, principale contributo dell’effetto serra. Per cui l’aumento della produzione di questi materiali, influisce direttamente sulle preoccupazioni ambientali.[1] Si consideri che Boeing e Airbus generano ogni anno fino a 450 t di rifiuti prepreg in fibra di carbonio curati e non curati per ogni anno dalla produzione del velivolo Boing787 e dell’Airbus A350 XWB. Inoltre, se si include anche la catena di approvvigionamento per questi aerei, il totale dei rifiuti arriva 1800t/anno.[2] Considerando questi dati, il riciclo o il riuso di questi materiali diventa una necessità. Questi sfridi hanno quindi, non solo un costo oneroso per il loro smaltimento, essendo classificati come rifiuti speciali, ma, pensando alla sostenibilità ambientale, si può ben comprendere che il contributo di C02 per tali materiali sia è altissimo, così come mostrato nel seguente grafico. Impatto ambientale [3] Inoltre, l’utilizzo di materiali riciclati o riusati, permetterebbe di abbassare in maniera notevole anche i costi di produzione. Si consideri che Boing ha dichiarato che i costi per la produzione delle fibre di carbonio vergini, sono di 15-30 dollari per libbra (lb) con la quantità di energia consumata durante il processo di 25-75 kWH/lb contro 8-12 dollari/lb e 1,3–4,5 KWH/lb per le fibre di carbonio riciclate, con un risparmio dei costi di produzione del 70%.[4] Si prevede, quindi, che l'industria aerospaziale genererà potenzialmente 6000 t di fibre di carbonio da riciclare, sia dalla produzione che dalla fine del ciclo di vita a breve di tali materiali. Entro il 2029, si stima che ci saranno più di 22000 t di fibra di carbonio da re-acquistare[5], ovvero il peso di 3667 elefanti africani. [1] Assessment of Composite Waste Disposal in Aerospace Industries N. Vijay, V Rajkumara , P Bhattacharjee [2] Composites recycling becomes a necessity 5/16/2016 Jeff Sloan [3] Recycled Carbon Fibre: A New Approach to Cost Effective Lightweighting ELG Carbon Fibre Ltd [4] W. CarberryAirplane recycling efforts benefit boeing operators Boeing AERO Magazine QRT, 4.08 (2008) [5] K. WoodCarbon fibre reclamation: going commercial High-Performance Composites, 3 (2010)

  • Il NUOVO logo Antonia Cianci!

    In questo breve articolo vogliamo oggi parlarvi della #SceltaDiUnLogo e riportarvi l’esperienza della nascita del logo di Wolffia srl. La scelta di un logo è fondamentale per l'immagine che un’azienda vuole trasferire all'esterno. In un simbolo, in una parola, la scelta di un carattere piuttosto che un altro viene racchiusa un’intera idea e filosofia e questo lascia una diversa opinione all'interlocutore al quale ci si sta proponendo. Le regole per la costruzione di un logo efficace sono sicuramente tantissime e noi non siamo esperti di marketing; per cui in questo articolo vogliamo solo riportarvi la nostra esperienza. Quando nasce una startup non si ha certamente la possibilità di affidarsi immediatamente ad ogni professionista di settore, poiché nei mesi di nascita si cerca di contenere il più possibile le spese. Ci si improvvisa, quindi, anche esperti di marketing. Ci si siede a tavolino e si tirano fuori tutte le idee che passano in mente per trovare un design che piaccia a tutti. Questo è stato anche il nostro caso. Dopo aver scelto un nome per la società, mancava un logo dietro il quale identificarci e che ci rendesse unici. Ma da dove iniziare per raggiungere l'obiettivo? La prima cosa che abbiamo pensato di fare è stata quella di affidarsi ai motori di ricerca, cliccando la frase: 'come creare un logo?' Vi lasciamo immagine l'infinità di possibilità che la rete propone. Quindi come uscirne? La seconda cosa che abbiamo fatto è stata quella di affidarci ad un software che attraverso delle preferenze di modello, generasse automaticamente un logo che si adattasse a ciò che avevamo in mente. Quello che ne è venuto fuori era un logo abbastanza carino, con un tipo di font che abbiamo subito apprezzato, ma che mancava di una cosa fondamentale: l'unicità. Osservando quindi il modello creato ci si è posti la domanda... come modificarlo? Di sicuro i materiali compositi, fonte di ispirazione della nostra idea non ci aiutavano nella scelta di una forma grafica accattivante. Abbiamo quindi deciso di ispirarsi al nostro piccolo fiorellino a cui abbiamo chiesto in prestito il nome: la Wolffia. Così abbiamo cominciato a creare una serie di schizzi e pensando di voler racchiudere all'interno del nostro nome anche qualcosa che richiamasse all'economia circolare, è nata l'idea di creare una spirale che conteneva i piccoli fiori. Così con Photoshop alla mano abbiamo cercato di riprodurre una Spirale di Fibonacci, per ricordare anche la nostra connotazione ingegneristica e pallino più a destra, pallino più a sinistra, è nato il nostro PRIMO logo, che abbiamo usato fino ad oggi. Oggi, dopo esserci affidati alle mani esperte della nostra amica e #ConsulenteMarketing, Antonia Cianci, presentiamo il nostro nuovo logo! Antonia ha rivolto a questo progetto molta attenzione ed ha, con pazienza, ascoltato le richieste di tre differenti persone che è riuscita a mettere d'accordo. Impresa tutt'altro che semplice. Rivolgersi a dei professionisti è fondamentale in qualunque settore ci si muova. E questa ne è la dimostrazione. Il nostro nuovo logo è visibilmente più professionale, nitido, e restituisce a chi lo guarda il senso della nostra idea. Ringraziamo pubblicamente Antonia e vi lasciamo i suoi contatti! https://instagram.com/antoniacianci?igshid=kapp4mu17wc3 https://www.facebook.com/tonia.cianci https://www.linkedin.com/in/antonia-cianci-4b6238153 Cosa ne pensate del nostro nuovo logo?

  • Il mondo delle startup non è fatto solo di startup

    Il 2021 è ormai alle porte. In questo articolo non vogliamo fare bilanci su cosa ci è successo e cosa no, cosa poteva andare meglio o andare peggio e pensare a tutte le cose che potevano accadere o che accadranno. No. In questo articolo vorremmo solo descrivere la nascita della nostra idea e perché no, essere di ispirazione ad altre persone, altri professionisti, che ad un certo punto della loro vita decidono di credere in un'idea e cercare di fare e dare il massimo per realizzarla. Paragrafo 1: Il seme dell'idea. Tutto è nato quando, presso un'azienda produttrice di materiali compositi, andando a chiedere del materiale per fare delle prove di caratterizzazione, i referenti dell'azienda hanno consegnato nelle nostre mani del materiale ad altissime prestazioni che arrivava da sfridi di produzione. Materiale, testato anche agli ultrasuoni, ma considerato per l'azienda uno scarto. Al rientro della visita appena trascorsa, la domanda è sorta spontanea... perché non crearne un business? Ma come fare? Paragrafo 2: Trovare delle persone per formare una squadra Prima di tutto serviva un team. Il consiglio più importante che mi hanno dato, è stato: il team deve essere composto principalmente da persone di cui ti fidi... e io aggiungerei anche: il team deve essere composto da persone diverse da te, che la pensano in maniera opposta alla tua, che mettono in discussione ciò che pensi, persone a cui puoi dire la tua senza remore. Non bisogna mai avere paura del confronto e non bisogna essere troppo testardi. Il confronto è crescita. Il confronto costruttivo è l'anima di un'idea. Se il seme è l'idea, possiamo dire che il team sono le sue radici, capace di far crescere quest'idea. Paragrafo 3: Come sviluppare tutto ciò che ti frulla per la mente. Il mondo delle startup non è fatto solo di startup. Questa è una frase che abbiamo trovato estremamente vera durante il nostro percorso. Ovviamente le idee hanno bisogno di essere sviluppate. Quello che possiamo consigliare è parlare con quante più persone possibili. Esperti del settore sicuramente, ma anche incubatori, acceleratori, che hanno proprio il compito di osservare quel seme da altri punti di vista, di porti domande a cui sicuramente all'inizio non avrai risposte. Ed una cosa che abbiamo imparato è: non bisogna avere paura di cambiare ciò che non funziona. In Italia si ha spesso l'impressione che il cambiare qualcosa che non funziona è simbolo di fallimento. Niente di più errato. Cambiare ciò che non funziona è segno di crescita e i fallimenti non sono che skills che possiamo aggiungere ai nostri curricula. Se queste poche righe avranno ispirato anche solo una persona, noi saremo felici e potremo ringraziare il 2021 con altrettanta felicità.

  • Vivi il Natale responsabilmente!

    Il Natale è uno dei periodi più particolari che si vivono durante l'anno. E' ricco di sentimenti contrastanti, dal voler stare insieme alla propria famiglia, al momento dopo in cui ci si esaurisce al solo pensiero di dover incontrarsi con l'intera famiglia; dall'entusiasmo di dover preparare il cenone di Capodanno, alle file al supermercato per preparare il cenone di Capodanno; dalla voglia di poter regalare un dono alle persone che si portano nel cuore, alla fretta per finire di comprare a tutti i doni che si portano nel cuore. Anche noi di #Wolffia ci stiamo preparando a queste feste che quest'anno suscitano sentimenti ancora più contrastanti! Ma su di una cosa siamo assolutamente sicuri, che anche il Natale va vissuto #responsabilmente, e no non intendiamo solo seguendo le indicazioni che sono state date per tutale la sicurezza di tutti, ma anche essere responsabili nei confronti del nostro Pianeta. Come? Anche un piccolo gesto può fare la differenza, ad esempio non sprecando il cibo, pensando a congelare tutto il cibo in esubero, o condividendolo con le persone in difficoltà; oppure scegliendo un modo ecologico per incartare i vostri regali. Scegli la carta riciclata, i nastrini di cotone, canapa o fibre naturali che oltre a dare un aspetto rustico al vostro pacchetto, sono anche facilmente riciclabili. Per guarnire il pacchetto usa pigne secche, o fettine d'arancia, oppure fai colorare della carta ai bambini, coinvolgendoli nel tema del riuso e riutilizzo dei materiali. Le idee da usare e le azioni che si possono compiere per un Natale più green sono veramente tante... e tu, quale usi? Indicalo nei commenti e nel forum e facci conoscere la tua opinione!

  • Wolffia è terza alla #startcupcampania 2020

    Wolffia si è aggiudicata un premio in denaro di € 2k e il terzo posto alla #StartCupCampania2020 #IlMigliorRifiutoèQuelloCheNonVieneProdotto

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