La missione di Wolffia è diminuire l’impatto ambientale dei rifiuti delle lavorazioni di materiali compositi.
Si consideri, che questi tipi di materiali, caratterizzati principalmente da resine termoindurenti, sono smaltiti all’interno delle discariche, con metodi di riempimento del terreno. Tale metodo comporta non solo il riempimento di spazi, ma anche una pericolosità per la salute e l’ambiente, in quanto tali rifiuti rilasciano composti volatili organici (VOC), pericolosi inquinanti (HAP) e composti odorosi che possono liberarsi sia in atmosfera, sia nelle acque sotterranee, principale contributo dell’effetto serra.
Per cui l’aumento della produzione di questi materiali, influisce direttamente sulle preoccupazioni ambientali.[1]
Si consideri che Boeing e Airbus generano ogni anno fino a 450 t di rifiuti prepreg in fibra di carbonio curati e non curati per ogni anno dalla produzione del velivolo Boing787 e dell’Airbus A350 XWB. Inoltre, se si include anche la catena di approvvigionamento per questi aerei, il totale dei rifiuti arriva 1800t/anno.[2]
Considerando questi dati, il riciclo o il riuso di questi materiali diventa una necessità.
Questi sfridi hanno quindi, non solo un costo oneroso per il loro smaltimento, essendo classificati come rifiuti speciali, ma, pensando alla sostenibilità ambientale, si può ben comprendere che il contributo di C02 per tali materiali sia è altissimo, così come mostrato nel seguente grafico.
Impatto ambientale [3]
Inoltre, l’utilizzo di materiali riciclati o riusati, permetterebbe di abbassare in maniera notevole anche i costi di produzione.
Si consideri che Boing ha dichiarato che i costi per la produzione delle fibre di carbonio vergini, sono di 15-30 dollari per libbra (lb) con la quantità di energia consumata durante il processo di 25-75 kWH/lb contro 8-12 dollari/lb e 1,3–4,5 KWH/lb per le fibre di carbonio riciclate, con un risparmio dei costi di produzione del 70%.[4]
Si prevede, quindi, che l'industria aerospaziale genererà potenzialmente 6000 t di fibre di carbonio da riciclare, sia dalla produzione che dalla fine del ciclo di vita a breve di tali materiali. Entro il 2029, si stima che ci saranno più di 22000 t di fibra di carbonio da re-acquistare[5], ovvero il peso di 3667 elefanti africani.
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